La poesia mette a fuoco la vita

La poesia mette a fuoco la vita

Poesia e...

In libreria

Ora appare gigantesca, quasi imbattibile l’onda dell’astrazione. Per essa vige il puro valore del numero, come se cioè “molto” fosse anche “molto bello, o valoroso, o intelligente”. Eppure, vive agile e forte nel moderno e nelle sue propaggini anche una idea, una visione di arte che ha radici precise, nel crinale tra Oriente e Occidente in cui si formano le estetiche greca ed europea: arte come ritmica e drammatica composizione di misure.

Quanti misteri e non detti ci possono essere tra un nonno e un nipote? Specialmente se quel nonno è Enea, spesso chiuso in un silenzio profondo, in cui nessuno poteva entrare. Quello dove erano custoditi i dieci anni in Eritrea, dove era stato mandato a lavorare, e il lacerante dolore per la perdita di Marta, la sua terzogenita, morta a ventidue anni in un incidente stradale mentre andava al mare.

Tutti, almeno a parole, vogliono una vita più “naturale”. Più a contatto con la natura e che la salvaguardi. Ma che cos’è la natura? In un’epoca dominata da nuove scoperte, dalla crescita tecnologica, da una nuova sensibilità ecologica, ma anche da nuovi fenomeni inquietanti, come pandemie globali e squilibri dell’ambiente, risuona potente la domanda su cosa sia un comportamento veramente naturale nella vita di una persona.

Una riflessione sul linguaggio come movimento e tensione, patrimonio ed energia. Un poeta e una studentessa fanno dialogare i propri appunti di viaggio sul lavoro del traduttore come esperienza di vita che lo porta ad aumentare la propria coscienza del vivere scomparendo, per ardore, nella parola.

Ora appare gigantesca, quasi imbattibile l’onda dell’astrazione. Per essa vige il puro valore del numero, come se cioè “molto” fosse anche “molto bello, o valoroso, o intelligente”. Eppure, vive agile e forte nel moderno e nelle sue propaggini anche una idea, una visione di arte che ha radici precise, nel crinale tra Oriente e Occidente in cui si formano le estetiche greca ed europea: arte come ritmica e drammatica composizione di misure.
Quanti misteri e non detti ci possono essere tra un nonno e un nipote? Specialmente se quel nonno è Enea, spesso chiuso in un silenzio profondo, in cui nessuno poteva entrare. Quello dove erano custoditi i dieci anni in Eritrea, dove era stato mandato a lavorare, e il lacerante dolore per la perdita di Marta, la sua terzogenita, morta a ventidue anni in un incidente stradale mentre andava al mare.
Tutti, almeno a parole, vogliono una vita più “naturale”. Più a contatto con la natura e che la salvaguardi. Ma che cos’è la natura? In un’epoca dominata da nuove scoperte, dalla crescita tecnologica, da una nuova sensibilità ecologica, ma anche da nuovi fenomeni inquietanti, come pandemie globali e squilibri dell’ambiente, risuona potente la domanda su cosa sia un comportamento veramente naturale nella vita di una persona.
Una riflessione sul linguaggio come movimento e tensione, patrimonio ed energia. Un poeta e una studentessa fanno dialogare i propri appunti di viaggio sul lavoro del traduttore come esperienza di vita che lo porta ad aumentare la propria coscienza del vivere scomparendo, per ardore, nella parola.

Poesia, i classici

Eventi

Lunedì 12 febbraio, ore 18, il Teatro Della Pergola, Firenze

Arte e Poesia con Diana Di Nuzzo e Sara Taglialagamba, letture di Benedetta Giuntini.

A seguire:
CORTEO DEGLI AMANTI dell’Arte
Al termine della presentazione i presenti sono invitato a recarsi in simbolico “corteo” presso Etra – Studio d’arte Tommasi (via Pergola 57), ospiti di Francesca Sacchi Tommasi.
“Rispondimi, bellezza”, Pellegrini Editore

In evidenza

Presentazione Cantico dei Cantici al Maxxi di Roma

Perché la passione non c’entra con l’entusiasmo | TEDxForlì

Il problema dei giovani? Sono gli adulti. Ad Atina con Davide Rondoni

L’omaggio di Davide Rondoni a Ungaretti in Brasile

“Con il cielo dentro” drammaturgia poetica per i 600 anni della cupola di Brunelleschi Santa Maria del Fiore, Firenze 24.11.2022

Pubblicazioni

A proposito...

«Respiriamo prima di tutto la levità di questa scrittura che invita le nostre percezioni a uscire dalla cornice abituale entro la quale si dispongono; a liberarsi dalle loro obbligatorie coordinate. [...] Assorbiamo questa inattesa libertà di assumere da qualsiasi parte la realtà per aggregazioni e associazioni e poi per diluizioni e dissolvenze che spaziano senza demarcazione rigida tra l’umano e il naturale oggettivo. Le colline entrano nella grammatica emotiva dell’esistenza ordinaria non come contorni ma come organi vivi di essa e testimoni a distanza al pari dell’aria o dell’albero. Molte poetiche e tecniche dell’avanguardia hanno spianato la strada a Rondoni ma nessuna è coincidente; è un respiro autonomo, uno slancio».
Mario Luzi
«In un tempo di incertezza e di interrogazioni mentre sembra velarsi l’altro accomodante del postmoderno, la poesia di Davide Rondoni attinge più che mai una pienezza vitale, e forse è il suo dono nativo, che non ignora però il vuoto oscuro della coscienza, il tremore teso e nudo della speranza, e vi associa una tenerezza insieme intima e impetuosa, sospesa fra “dolore e lode” [...] È la voce di un poeta del nuovo secolo, oramai uscita dalla tradizione mutevole del Novecento con la consapevolezza e disincantata e spavaldamente polemica del nostro presente “piumato e crudele”, tanto più dinanzi al “bellissimo viso ferito del mondo”».
Ezio Raimondi