Passione per la realtà e senso religioso in Pier Paolo Pasolini
Non è pensabile che si possa stendere una relazione su Pasolini rimanendo all’interno di quell’atteggiamento che troppo spesso ricorre, non solo in ambito accademico, e che potremmo definire, mutuando un termine dal ciclismo su pista, surplace. Vale a dire quella disposizione che facilmente s’insinua nell’animus del critico per cui l’osservazione che compie sul suo oggetto (il quale sempre somiglia a un avversario che può sfuggire da un momento all’altro) diviene come un atto immobile, una sospensione, una luce ferma, quasi da tavolo chirurgico.
Da Rivista Testo XXIII 1997
Pier-Paolo-Pasolini-Davide-Rondoni