La poesia mette a fuoco la vita
Le novità
In viaggio per l'Italia
San Francesco
Discorso del Presidente del Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, in rappresentanza del Governo Italiano in occasione dei festeggiamenti del 4 ottobre 2024 in Assisi.
Leggi: “Ci guarda San Francesco”
Sacritalia
A dispetto di chi ritiene che il Sacro sia scomparso, Davide Rondoni intraprende un viaggio sulle sue tracce attraverso l’Italia di oggi, per intercettare le nuove forme attraverso cui si manifesta. Guarda il documentario su Rai Play
Leggi: “Io, poeta in viaggio alla ricerca del Sacro”

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Presentazione Cantico dei Cantici al Maxxi di Roma
Perché la passione non c’entra con l’entusiasmo | TEDxForlì
Il problema dei giovani? Sono gli adulti. Ad Atina con Davide Rondoni
L’omaggio di Davide Rondoni a Ungaretti in Brasile

In libreria
Il più compatto e brulicante esercito del mondo lanciato contro un solo nemico. Miliardi di cavallette a sparare cazzate su amore dalle radio, su internet, sui social e da qualunque buco si possa dire qualcosa. I peggiori sono i pettegoli, coloro che pretendono di leggere e giudicare banalmente gli amori degli altri.
Nel 1224 Francesco d’Assisi ha perduto le forze, la vista, sta perdendo la voce, sta perdendo la vita. E che cosa vuole rendere memorabile? Un pensiero? Una norma? No, una poesia. Un testo che unisce la lode al Creatore a quella per le creature. Lo detta ai suoi perché lo cantino, lo portino con sé i frati, lo offrano a se stessi e al mondo.
Ora appare gigantesca, quasi imbattibile l’onda dell’astrazione. Per essa vige il puro valore del numero, come se cioè “molto” fosse anche “molto bello, o valoroso, o intelligente”. Eppure, vive agile e forte nel moderno e nelle sue propaggini anche una idea, una visione di arte che ha radici precise, nel crinale tra Oriente e Occidente in cui si formano le estetiche greca ed europea: arte come ritmica e drammatica composizione di misure.
Quanti misteri e non detti ci possono essere tra un nonno e un nipote? Specialmente se quel nonno è Enea, spesso chiuso in un silenzio profondo, in cui nessuno poteva entrare. Quello dove erano custoditi i dieci anni in Eritrea, dove era stato mandato a lavorare, e il lacerante dolore per la perdita di Marta, la sua terzogenita, morta a ventidue anni in un incidente stradale mentre andava al mare.
Tutti, almeno a parole, vogliono una vita più “naturale”. Più a contatto con la natura e che la salvaguardi. Ma che cos’è la natura? In un’epoca dominata da nuove scoperte, dalla crescita tecnologica, da una nuova sensibilità ecologica, ma anche da nuovi fenomeni inquietanti, come pandemie globali e squilibri dell’ambiente, risuona potente la domanda su cosa sia un comportamento veramente naturale nella vita di una persona.
Il più compatto e brulicante esercito del mondo lanciato contro un solo nemico. Miliardi di cavallette a sparare cazzate su amore dalle radio, su internet, sui social e da qualunque buco si possa dire qualcosa. I peggiori sono i pettegoli, coloro che pretendono di leggere e giudicare banalmente gli amori degli altri.
Nel 1224 Francesco d’Assisi ha perduto le forze, la vista, sta perdendo la voce, sta perdendo la vita. E che cosa vuole rendere memorabile? Un pensiero? Una norma? No, una poesia. Un testo che unisce la lode al Creatore a quella per le creature. Lo detta ai suoi perché lo cantino, lo portino con sé i frati, lo offrano a se stessi e al mondo.
Per l’onda dell’astrazione vige il puro valore del numero, come se cioè “molto” fosse anche “molto bello, o valoroso, o intelligente”. Eppure, vive agile e forte nel moderno anche una idea, una visione di arte che ha radici precise, nel crinale tra Oriente e Occidente in cui si formano le estetiche greca ed europea: arte come ritmica e drammatica composizione di misure.




Libri di poesia
Un documento lirico potente, carico di amore, soprattutto, ma anche di passeggeri quanto sinistri smarrimenti. Un testo di continuo giocato sulla presenza di una realtà buia eppure ogni volta, d’improvviso, illuminata da squarci di luce, dal fuoco e dalla passione dell’esistere.
Rondoni è un poeta realista, che pure tende al canto, un poeta che si propone come inesausto viaggiatore nel cuore umano, convinto che «amare è l’occupazione / di chi non ha paura». E chi dice io, in questi versi, anche se spesso catturato nelle più strane orbite dell’universo o immerso nei più diversi inferni umani, accetta di misurarsi con coraggio nelle cose, muovendosi veloce nei più disparati luoghi della terra, ormai purtroppo quasi del tutto privi di mistero.
Eccolo allora passare dalla Sierra Leone al Nicaragua, da Berlino a Caracas a Rabat, fino a New York e alle vittime delle Twin Towers. Ma i suoi percorsi comprendono anche, più semplicemente, i paesaggi di un’«Italia meticcia», perciò Milano e Roma, Firenze, Bologna e la Romagna. L’energia poetica di Rondoni, insomma, si esercita senza risparmio nelle quotidiane e spesso umili tracce d’amore ovunque sparse, ma anche nei territori di rovina e apocalisse della nostra epoca.
La tenda, la vela
Per i 60 anni dell’Autostrada del Sole, spettacolo teatrale di poesia nella Chiesa di San Giovanni Battista a Campi Bisenzio, scritto da Rondoni e con la regia di Giancarlo Cauteruccio.
“La tenda, la vela” indaga sul legame tra infrastrutture e spiritualità: «Non c’è soltanto lo “spostamento”, ma un collegamento con una ricerca di senso che appartiene a tutti».
Sui giornali
Festa nazionale di San Francesco d’Assisi, Rondoni: “Ne abbiamo bisogno tutti”
Dopo il voto unanime del Senato
Agensir
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Quotidiano Nazionale
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